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  • Biografia
    Silvia Cecchini

    Silvia Cecchini si è laureata in storia dell’arte moderna alla Sapienza Università di Roma, specializzata in Tutela e valorizzazione dei beni culturali all’Università della Tuscia e addottorata in Storia e Conservazione dell’oggetto d’arte e di architettura all’Università di Roma Tre. Si era già diplomata Restauratrice di beni culturali all’Istituto Centrale del Restauro del Ministero per i Beni e le Attività culturali e specializzata in restauro dei dipinti e del materiale lapideo.

    Nel 2012 ha conseguito l’abilitazione a professore associato. Dal 2009 ad oggi ha tenuto corsi di Storia e teoria del restauro, Restauro, Museologia e museografia in diversi atenei italiani (Università di: Roma Tre, Tuscia – Viterbo, Federico II di Napoli, Accademia di Belle Arti di Napoli). Dal 2014 tiene corsi e seminari presso Master di II livello di istituzioni nazionali e internazionali.

    Dal 2000 al 2012 ha fatto parte continuativamente, con ruoli di ricercatrice e di coordinatrice dei ricercatori, di sei Progetti di Rilevante Interesse Nazionale (PRIN) finanziati dal Ministero dell’Università e della Ricerca. E’ stata ricercatrice in progetti internazionali (RES.E. – Archivio storico dei restauratori europei, finanziamento europeo Cultura 2000, in collaborazione con le Università di Hildesheim – Göttingen, Valencia, Parigi, Budapest) ed è tutt’ora ricercatrice – schedatrice per istituzioni pubbliche.

    E’ stata membro dei comitati scientifici di importanti convegni nazionali e internazionali ed è tutt’ora componente, in particolare, del comitato scientifico del progetto RES.I. – Archivio Storico Nazionale e Banca Dati dei Restauratori Italiani dell’Associazione Giovani Secco Suardo.

    Collabora con la rivista Il Capitale Culturale. Studies on the value of cultural heritage dell’Università di Macerata come peer-reviewer e curatrice.

    Ha condotto ricerche sulla cultura storico-artistica, museologica e del restauro e sulla storia delle istituzioni in Italia tra Ottocento e Novecento, temi cui ha dedicato il volume Necessario e superfluo. Il ruolo delle arti nella Roma di Ernesto Nathan (2006) e numerosi contributi su volumi, atti di convegni e riviste nazionali e internazionali. Alla storia della cultura conservativa – dalla manutenzione ordinaria alla conservazione programmata – tra XVIII e XX secolo ha dedicato il volume Trasmettere al futuro. Tutela, manutenzione, conservazione programmata, che ha vinto il finanziamento per la pubblicazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Ha curato, assieme ad altri studiosi, volumi sulla storia dell’arte, sulla museologia e sulla critica del restauro (Cesare Brandi and the Development of Modern Conservation Theory, con G. Basile, 2011).

    Dal 2010 si dedica in particolare allo studio dei nessi tra storia italiana e storia dei paesi europei, indagando le intersezioni tra cultura espositiva, storia delle istituzioni museali, storia del restauro, critica d’arte e storiografia nel XX secolo.