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Un salotto milanese del Risorgimento

La contessa Clara Maffei è senza dubbio una tra le più note salonnière dell’Ottocento. Il suo salotto milanese era luogo abituale d’incontro di poeti, musicisti, pittori e politici italiani. Per intellettuali e artisti di altri Paesi europei era una meta quasi obbligata durante i viaggi.

Il volume raccoglie nove saggi dedicati alla figura di Clara Maffei e al suo salotto. Particolare attenzione viene data al contesto politico, culturale, letterario e musicale degli anni in cui esso fu uno dei principali centri di ritrovo dell’élite milanese, italiana e europea.

Il saggio di Novella Bellucci (Il Risorgimento: pratiche e scritture di donne) delinea il ruolo culturale e politico delle donne di lettere negli anni dell’unificazione d’Italia. Nel XIX secolo le salonnière intrattenevano e facevano da mecenati a poeti e poetesse. Clara Maffei ad esempio sostiene e promuove ad esempio le performance della poetessa improvvisatrice Giannina Milli, dal momento che in questo secolo anche per le donne il mestiere delle lettere diviene quasi una professione. Bellucci riflette poi sulle varie tipologie di scrittura femminile, in particolare quella poetica. La studiosa analizza da un punto di vista stilistico e metrico l’opera di tre poetesse, Giuseppina Turrisi Colonna, Giuseppina Guacci e Laura Beatrice Mancini Oliva, che trattano temi come quelli della patria, dell’indipendenza, della libertà, particolarmente attuali negli anni in esame.

Duccio Tongiorgi («Senza miserie di partiti»: appunti sul mito risorgimentale del Salotto Maffei) ricostruisce la vita del salotto Maffei. Fondamentali sono le testimonianze di scritti biografici e articoli di rivista a esso contemporanei, con particolare attenzione a “La Perseveranza” e “L’illustrazione Italiana”. Lo studio di Tongiorgi approfondisce la grande influenza di Carlo Tenca e Cesare Giulini sull’indirizzo politico assunto dal salotto nel suo periodo filo-sabaudo.

Mariella Colin (Scrittori francesi nel salotto Maffei) indaga la presenza di intellettuali e scrittori francesi nel salotto di Clara Maffei. Durante gli anni della Restaurazione il più illustre frequentatore del salotto fu Balzac, che si invaghì della contessa: le dedicò il racconto La fausse Maîtress e le regalò le bozze del racconto Martyrs ignores. Dopo l’unificazione d’Italia, Clara ospitò nel proprio salotto personalità come Louise Colet (autrice di una sorta di guida di viaggio, LItalie du nord), Ernest Legouvé (che compose un importante reportage dedicato alla condizione femminile nell’Ottocento, La Femme en France au XIXeme siècle), François Coppée ed Edgar Saveney (quest’ultimo autore di uno studio storico sulla situazione della Lombardia dopo la guerra del 1859 pubblicato sulla “Revue des Deux Mondes”).

Quinto Marini (Carlo Tenca, la contessa Maffei, il rinnovamento della letteratura) si interroga intorno all’influenza di Carlo Tenca sul salotto Maffei. Lo studioso analizza le scelte politiche e letterarie di Tenca, attraverso gli articoli pubblicati su “La Perseveranza”. La presenza di Tenca nel salotto Maffei alterò le dinamiche politiche e influenzò la presenza (o l’assenza) di alcuni intellettuali.

Luca Bani («A voi nata e cresciuta tra letterati insigni». Una lettera di Cesare Cantù alla contessa Maffei) pubblica una breve corrispondenza inedita tra Clara Maffei e Cesare Cantù. Cantù chiede conto alla contessa di una stroncatura ricevuta nel 1815 sulla “Perseveranza”, rivista diretta da Carlo Tenca. La Letteratura italiana esposta alla gioventù per via d’esempi, infatti, viene duramente criticata forse dallo stesso Tenca. Lo scambio epistolare testimonia il tentativo di Cantù di dimostrare a Clara Maffei, e quindi anche a Tenca, le inesattezze e i fraintendimenti della recensione.

Il più accreditato biografo di Clara Maffei, Raffaello Barbiera, annovera tra i frequentatori abituali del salotto milanese anche Ippolito Nievo. Carla Chiummo (Nievo, Milano e il salotto Maffei) dimostra attraverso documenti, per lo più epistolari, che Nievo non era di casa dalla contessa Maffei. Egli ammirò certamente, e probabilmente ricambiato, Carlo Tenca e la sua attività giornalistica e letteraria. Le divergenti visioni politiche, però, resero impossibile una assidua frequentazione da parte di Nievo del salotto Maffei.

Marco Sirtori (Clara Maffei al cospetto di Verdi. Tra storia e finzione) propone una piccola rassegna di documenti letterari, epistolari, cinematografici, attraverso i quali è possibile ricostruire la lunga amicizia di Clara Maffei con Giuseppe Verdi e Giuseppina Strepponi. Tra i testi di maggiore interesse, Sirtori sceglie i Ricordi di gioventù di Giovanni Visconti Venosta e il Fragment de l’histoire de la Contesse Claire Maffei di Honoré de Balzac. Il ritratto è ricostruito anche attraverso interessanti testimonianze filmiche: Divine armonie per la regia di Carmine Gallone (1938), Le cinque giornate di Milano sceneggiato da Leandro Castellani (1970) e Verdi, una fiction televisiva (1982). Sirtori infine individua, attraverso lo studio del carteggio Maffei-Verdi-Strepponi, tre diverse fasi della loro amicizia (1842-1848, 1848-1867, 1867-1886), caratterizzate da tematiche e interessi diversi.

Il saggio di Cristina Cappelletti (‘Far dell’amicizia un tempio’. I carteggi di Clara Maffei tra edito e inedito) riguarda tre diversi soggetti, legati dallo studio dei documenti epistolari. La prima parte del contributo è dedicato a una rassegna delle edizioni dei carteggi della contessa; si passa poi allo studio dell’importanza degli epistolari per le biografie maffeiane. La terza e più ampia parte del saggio cerca di individuare corrispondenze inedite e sconosciute a buona parte dei biografi di Clara Maffei.

Virgilio Bernardoni (Donne ‘compositrici’ nei salotti dell’Ottocento) evidenzia l’importanza dei salotti e il ruolo delle donne musiciste per il mondo musicale ottocentesco. Nella storia della musica le donne hanno a lungo avuto un ruolo piuttosto marginale. Grazie ai salotti, nel XIX secolo, alcune musiciste hanno la possibilità di suonare e soprattutto comporre musica, sono però, nella maggior parte dei casi, mogli o sorelle di famosi musicisti. In particolare Bernardoni esamina l’attività musicale di Fanny Mendelsshon e Clara Schumann.

In omaggio al volume, il CD musicale “Donne ‘compositrici’ dell’Ottocento”.

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